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LA PERUVIANA 301

SCENA II.

Donna Zulmira e detti.

Alonso. Donna Zulmira, è vero che Aza da’ lacci sciolto

Puossi sperar che sia con nuovi lacci avvolto?
Zulmira. Se il ver saper volete, Aza con Zilia unito
Trovai pacificati: saran moglie e marito.
Deterville. Misero me! Fia vero?
Zulmira.   Vero è pur troppo.
Deterville.   Oh Dei!
Alonso. Signor, voi non dovete scherzar coi pari miei.
Deterville. Ma se la figlia vostra...
Alonso.   Vi burlate di me,
Ch’esser aspiri il suocero d’un figliuolo di Re?
Voi non mi conoscete; imparentato io sono
Con tai che un dì occuparono della Castiglia il trono.
In Francia uno Spagnuolo non soffrirà un affronto.
Dei scherni, degli insulti, mi si ha da render conto.
parie

SCENA III.

Monsieur Deterville e Donna Zulmira.

Deterville. Don Alonso è furente. (a Donna Zulmira

Zulmira.   Mio padre è tutto foco.
Ma il suo furor non dura, si calma a poco a poco.
Deterville. Come in sì brevi istanti cambiar le cose aspetto?
Zulmira. Zilia trovai ed Aza soli in rustico tetto.
Merita il loro inganno, merta la frode loro,
Vuol delle genti il dritto, vuole il vostro decoro,
Che parli la ragione, che vinca il vostro affetto.
Deterville. Ah che averla non voglio per onta e per dispetto.
Zulmira. Tutte le cose il tempo accomodar si vede.
Deterville. Scema l’amor col tempo, l'odio crudel non cede.