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LA PERUVIANA 295
Zilia. Non è motivo onesto la gelosia?

Aza. Egli è vero1.
Zilia, tu sei fedele, io men di te nol sono.
Mertano i dubbi tuoi, mettano i miei perdono.
Deterville per te piange, piange per me Zulmira,
Ma in van per due cuor fidi l’uno e l’altro sospira.
Chi scrisse il foglio vano, fondò sull’apparenza.
Pochi san l’uso nostro d’amar con innocenza.
Zilia, tu mi conosci, ancor son Peruviano.
Se al labbro mio non credi, cerco le prove in vano.
Zilia. Rendimi il foglio.
Aza.   Ancora tu non mi credi, il vedo.
(le tende il foglio
Zilia. No, non chiamarmi ingrata; idolo mio, ti credo.
(straccia il foglio: si alzano da sedere
Aza. Or che mi ami conosco.
Zilia.   Nol conoscesti in prima?
Aza. Vuoi che Zulmira io sprezzi?
Zilia.   Vuo’ che tu l’abbia2 in stima.
Basta che le sue luci non sieno a te vicine.
Aza. Zilia, tu sei gelosa.
Zilia.   Ah sì, son donna alfine.
Aza. Lasciam vani timori. Dimmi, che farem noi?
Zilia. Uniscansi le destre, come i cuor nostri.
Aza.   E poi?
Zilia. Che dir intendi?
Aza.   Io sono misero peregrino.
Zilia. A parte, qual io sono, sarai del mio destino.
Aza. A Deterville da presso? a lui rivale mio?
Zilia. Aza, tu sei geloso.
Aza. Ah, che son uomo anch’io.

  1. Così le edd. Pasquali, Zatta ecc. Nell’ed. Pitteri è stampato, per isbaglio: El’è vero, invece di: Gl’è vero.
  2. Così l’ed. Zatta. Nelle edd. Pitteri e Pasquali è stampato: tal’abbia.