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LA PERUVIANA | 271 |
Questa per me destino, quella per lui preparo.
Serpina. Forse è maggior di voi? A lui la dritta mano?
Zilia. Egli, se noi sapete, è del cuor mio sovrano.
E credo usar si debba da noi questo rispetto
Ad uom cui il nostro sesso il Ciel volle1 soggetto.
Anche le vostre leggi, benché male osservate,
M’hanno di tal dovere le massime insegnate.
Serpina. Di buona educazione in voi si vede il frutto.
Ma poi la mano dritta non gli darete in tutto.
Quei momenti verranno, verrà quell’occasione.
In cui per ogni verso vorrete aver ragione;
E quel che oggi solete stimar come un sovrano,
Vorrà ridurvi un giorno ad obbedirlo in vano.
Parlo per esperienza, perchè ho veduto anch’io
Di tali metamorfosi parecchie al tempo mio.
Fino che siamo amanti, siam dolci e sofferenti;
Ma son dopo le nozze finiti i complimenti.
Zilia. Così faran le vili, non l’anime bennate.
Presto, presto, Aza viene.
Serpina. E s’egli viene?
Zilia. Andate.
Serpina. Stare al vostro paese usan soli gli amanti?
Zilia. I sposi han lor segreti: abborriscon gli astanti.
Serpina. Tutto il mondo è paese; in tutte le nazioni
Fanno lo stesso effetto gli abusi e le passioni.
SCENA VI.
Zilia, poi Aza.
Noi a sturbare alcuno deh non venisse almeno!
Aza. Zilia, son teco alfine; alfin ti vedi innante
Aza tuo sventurato...
- ↑ Edd. Pasquali, Zatta e ristampa torinese: vuole.