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12 ATTO PRIMO
Giustino.   Andiam; son teco,

Non paventar. (Giustino ed Eufemia si ritirano nel bosco

SCENA III.

Ergasto, poi Amanzio, soldati e guastatori 1 con mannaje.

Ergasto.   Chi può negar che il sangue

Riconosca 2 se stesso? lo dalle fasce
Trassi Giustino a pascolar il gregge,
Nè altro d’esser ei sa che vil pastore.
E pur la pastoral vita disprezza,
E aspira a ciò che di lui fora degno 3,
Se qual nacque, ei vivesse. Oh! quante4 volte
Piango la sua sventura! E pur m’è forza
Simularla e tacer. Nel Ciel io spero5
Poter pria di morir svelar l’arcano;
E svelar a Bisanzio e al mondo tutto
Che Giustino è colui... Ma viene il duce;
Che mai vorrà? Cotesti gran signori
Vengono poche volte a far del bene.
Amanzio. Soldati, a voi, troncate d’ogn’intorno
Queste piante importune. Alle capanne
Diasi foco 6, e si rend’atto 7 al grand’uopo
Cotesto sito, ove destina Augusto
L’esercito8 schierar. (s’avviano i guastatori9
Ergasto.   Stelle 10, che sento!
Signore, altro non v’è terreno in Grecia
Ove schierar gli eserciti11 d’Augusto?
Non dico già che alla capanna mia
Si risparmi l’oltraggio. Un vil pastore,
Delle fiere12 custode, all’età giunto,

  1. Ms.: e soldati.
  2. Ms.: ricconosca
  3. Ms.: degno fora.
  4. Ms.: Oh quante ecc.
  5. Ms.: Nel Cielo i’ spero.
  6. Ms.: fuoco.
  7. Ms.: renda atto.
  8. Ms.: essercito.
  9. Ms.: s’aviano gli guastatori.
  10. Ms.: Stelle!
  11. Ms.: gl'eserciti.
  12. Nel ms., qui e sempre: Fere.