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244 ATTO PRIMO
Ma da fattor di villa, tal qual come son nato.

Sopra un tronco selvatico di pero, ovver di pruno,
Che aspri frutti produce, o non ne rende alcuno,
Spaccasi un ramo in due, poscia s’incastra in quello
D’albero più gentile un verde ramuscello,
Di cui passando il succo dell’altro per le vene,
L’albero pria selvaggio, domestico diviene.
Ma se sul tronco istesso sien due sprocchi innestati
Di frutti differenti disposti in vari lati,
Scorre l’umor d’entrambi per entro al ceppo, e spesso
Due differenti frutti produce il ramo istesso.
Resta che il giardiniere conosca la natura
Delle diverse piante, che migliorar procura;
Ed innestar non tenti pianta a pianta nemica,
Gettando inutilmente lo studio e la fatica:
Come se, per esempio, in una casa tale
Facciasi d’uomo e donna l’innesto coniugale.
Dolci, se son d’accordo, frutti averan tra poco;
Ma quando son contrari, son alberi da foco.
Il fin del mio discorso, bella padrona, è questo:
Che voi con il padrone fareste un bell’innesto.
E frutti produrriano1 gratissimi al paese
Un ramo del Perù congiunto ad un Francese, parte

SCENA VII.

Zilia, Cellina, poi Pasquino.

Celuna. Sentite s’egli è astuto?

Zilia.   Non veggo a sufficienza,
S’ei parla con malizia, ovver con innocenza.
Celuna. Ecco il di lui figliuolo.
Zilia.   Vengono ad uno ad uno?
Celuna. Con voi merito farsi oggi sospira ognuno.

  1. Edd. Pitteri e Pasquali: produriano.