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238 ATTO PRIMO

SCENA III.

Monsieur Deterville e Rollino.

Deterville. Tosto va da Pierotto, fattor qua destinato,

Digli, che ad eseguire s’accinga il concertato;
Al suo fìgliuol Pasquino dirai la cosa istessa,
Serpina cameriera sia avvisata ancor essa;
Indi il notar ritorni, sien tutti in questo loco,
Tu vi sarai con essi, tornerò anch’io fra poco.
Numi! chi sa? Col tempo della mia bella in seno
Spero, se non amore, gratitudine almeno. parte
Rollino. Povero padron mio! Piange per chi nol cura.
S’ella avesse a far meco, le direi a drittura:
O ditemi un bel sì, o ditemi un bel no;
Se voi non mi volete, anch’io vi lascio, e vo. parte

SCENA IV.

Zilia e Madama Cellina.

Cellina. Franca avanzate il passo.

Zilia.   E non si vede ancora
Di questo ameno sito la felice signora?
Nel partir da Parigi diceste pur, madama,
Condurmi a un delizioso casin di bella dama.
In ver qui tutto è ameno, tutto mi par godibile;
Ma questa dama, amica, è una dama invisibile?
Cellina. Visibile e palpabile, voi la vedrete in breve.
Sedete.
Zilia.   La padrona prima inchinar si deve.
Tra gli altri usi gentili, che in Francia vostra appresi,
Questo rispetto usarsi fra nobil gente intesi.
Cellina. È ver; ma la padrona è tanto amica mia,
Ch’io per essa supplisco. Sedete in cortesia.