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LA PERUVIANA 237
Che intitola avarìizia la bella economia;

Ma quando non ce n’è, signor prodigo caro,
Allora si conosce il prezzo del denaro.
Basta, lasciamo andare un tal discorso odioso;
Ditemi in confidenza: il vostro cuor pietoso,
Il vostro cuor con essa a profondere avvezzo,
Esige almen da lei dell’attenzione il prezzo?
Deterville. Ah no; senza mercede l’amo, la servo e onoro:
Verità è il di lei nume: schiettezza il suo tesoro.
A un Peruvian l’affetto serba, che d’Aza ha il nome;
La bella essermi grata vorrebbe, e non sa come.
Piacemi in quel bel labbro, benché m’offenda, il vero;
Seguo ad esserle fido, seguo ad amarla, e spero.
Rigadon. Ogni amatore è stolto; ma è ben peggior pazzia
Amar senza mercede, spendere, e gettar via.

SCENA II.

Rollino e detti.

Rollino. Signor, giunta è madama. (a Deterville

Ricadon.   Chi? la consorte mia?
(a Rollino
Rollino. Sì signore, è arrivata con Zilia in compagnia.
(a Rigadon
Deterville. Testè non ve lo dissi, che attendeansi a momenti?
(a Rigadon
Rigadon. Siano le benvenute, io non vuo’1 complimenti,
Addio.
Deterville.   Dove si va?
Rigadon.   Vo un poco a passeggiare.
Deterville. Veder non la volete?
Rigadon.   La vedrò a desinare. parte

uali

  1. Nelle edd. Pasquali e Zatta: vo'.