Non giugnea
1 quel garzon
2.
Ergasto. Perchè quest’armi?
In sì tenera età, perchè sì ardita?
Eufemia. L’unica è del mio cor delizia e cura
L’arco trattar 3, ed inseguir le belve.
Giustino. (O donna valorosa!)
Ergasto. Ed or la belva
Inseguita tu fosti.
Eufemia. Ah! ch’io4 pavento
D’Amanzio crudo una vendetta. Ei m’ama5;
Io lo disprezzo. Mi giurò più volte
Che pentita m’avrei d’essergli ingrata.
Tesa l’empio m’avrà l’insidia indegna
Per vendicarsi del disprezzo6 e forse
Colla mia morte.
Ergasto. Amanzio io ben conosco;
So quant’egli è superbo e quanto è crudo.
Non ti pensar però ch’ei la tua morte
Bramasse 7; altro da te, figlia, volea8
Quel disonesto... Orsù9, ringrazia il Cielo
Che salva or sei.
Eufemia. Ma quel che mi diè vita,
Buon padre, è figlio tuo?
Ergasto. Sì, egli è 10 mio figlio.
Strano ti sembra?
Eufemia. Il nome suo?
Ergasto. Giustino.
Eufemia. Ha cotal aria quel garzone in viso,
Che pastor non rassembra.
Ergasto. È ancor più bello
Del suo volto il suo cor. Ma non isperi
Donna d’innamorarlo. Egli aborrisce11
- ↑ Ms.: giungea.
- ↑ Garzon, Donzella ecc. scrive sempre il Goldoni con iniziale maiuscola.
- ↑ Ms.: trattare.
- ↑ Ms.: che io.
- ↑ Ms.: mi ama
- ↑ Ms.: per vendicar il suo disprezzo.
- ↑ Il Goldoni aveva scritto Volesse, ma cancellò e vi sostituì: Bramasse.
- ↑ Ms.: voleva.
- ↑ Ms.: Or su.
- ↑ Ms.: gl’è.
- ↑ Ms.: abborisce