Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu/201


LA SPOSA PERSIANA 197
Non morirò scontento, se morirò per lei.

Ma s’ami Ircana, ad essa tutto si serbi il core;
Fatima è però degna di rispetto e d’amore;
E se non è per anche in poter mio l’amarla,
Movasi un grato sposo almeno a rispettarla.
Olà, Fatima sappia, che meco or la desio. (alle Schiave
Ibraima. (Volesse il ciel, meschina!) parte
Zama.   (Ah prego il Ciel anch’io).
parte

SCENA III.

Tamas sedendo.

Fatima i primi segni abbia d’un giusto amore,

Ma non usurpi a Ircana una porzion del cuore.
All’obbligo di sposo, che a me la sposa appella,
Gratitudine aggiunge altra ragion novella.
Fatima con disprezzo trattar no, non conviene;
Ma sarà sempre Ircana il mio sole, il mio bene. siede

SCENA IV.

Ircana e detto.

Ircana. Tamas la sposa invita? ah tolgano gli dei,

Ch’io vegga una rivale gioir sugli occhi miei.
T’amo, ma se non posso unir teco mia sorte,
Pria che altri ti possegga, voglio darti la morte.
Sì, questa man che regge del tuo bel core il freno,
Passi prima il tuo petto, poi mi ferisca il seno.
(s‘avventa con un pugnale contro Tamas

SCENA V.

Fatima e detti.

Fatima. Guardati... (forte da lontano a Tamas

Tamas.   Oh giusto cielo! ah qual destra inumana?