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184 ATTO QUARTO

SCENA VII.

Tamas e detto.

Tamas. Quell’indegna dov’è? Perfida! spera invano

Sottrarsi dalla morte, fuggir dalla mia mano.
Alì. Perchè cotanto sdegno contro una vecchia insana?
Tamas. Ella con tradimento pose fra lacci Ircana.
Alì. La liberaste alfine.
Tamas.   È ver, con mano ardita
Ricuperai la donna, ed arrischiai la vita.
Alì. Di chi è il sangue, che nero vi lorda e vesti e mano?
Tamas. Di due schiavi svenati del mio suocero Osmano.
Alì. Egli lo sa?
Tamas.   Non vi era; ma avuti avrà gli avviai
D’Ircana sprigionata, de’ suoi custodi uccisi.
Alì. La fierezza d’Osmano?
Tamas.   Non la temo.
Alì.   Vedete
(guardando alla porta del Serraglio
Vuol femmina velata venir, se il concedete.
Tamas. E Fatima colei.
Alì.   Fatima vostra sposa?
Tamas. Quella che agli occhi miei è più di morte odiosa.
Alì. Par che per me s’arresti. (in atto di partire
Tamas.   Fermate.
Alì.   No, sì ardito
Non son di dispiacere o alla moglie, o al marito.
Permettete, signore... (in atto di partire
Tamas.   Peggio per lei se viene.
Alì. A voi serbar prudenza, partire a me conviene. parte