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LA SPOSA PERSIANA 181
Curcuma. (Ah di me si scordasse!)

Tamas.   Chi l’ha comprata?
Alì.   Osmano.
Tamas. Chi la scorta?
Alì.   Due schiavi.
Tamas.   Colle catene?
Alì.   A mano.
Tamas. Vado.
Curcuma.   (Sen va). (con letizia
Tamas.   Deh, amico, pietà d’un uom tradito.
Dhe, non mi abbandonate; andiam.
Alì.   Sono stordito.
Tamas. Maledetto sia l’oppio; solo ne andrò.
Curcuma.   (Buon viaggio.
Di me non si ricorda; quest’è un buon avvantaggio).
Tamas. Perfida, non mi scordo: ripiglierem l’istoria.
(a Curcuma, e parte
Curcuma. Obbligata davvero della buona memoria.

SCENA IV.

Alì e Curcuma.

Alì. Caffè. (a Curcuma

Curcuma.   Non mi guardate, portatemi rispetto.
Alì. Tempo già fu; sei vecchia.
Curcuma.   (Che tu sia maledetto!
Ma se m’ha detto vecchia, non vo’ scandalizzarmi.
È amico del padrone, potrebbe anche giovarmi).
Sì, signor, ve lo porto.
(Va a prendere il caffè, e prima gli accomoda due guanciali nel mezzo della scena per sedere.
Alì.   Troppo ne ho tranguggiato.
Ho dormito sei ore, nè ben son risvegliato.
Desta il caffè; mi duole per Tamas: un amico