Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu/182

178 ATTO QUARTO
Tamas. Vanne a lei...

Curcuma.   Sì signore... (vuol partire
Tamas.   Fermati.
Curcuma.   Ahimè! ci sono.
Tamas. Anderò io a vedere. (in atto di partire
Curcuma.   Signor, chiedo perdono.
Tamas. Come? non è in giardino?
Curcuma.   Non è. (tremando
Tamas.   Vecchia, m’inganni?
Curcuma. Sempre mi dite vecchia, e non ho ancor trent’anni.
Tamas. Io troncherò ben presto il corso a’ giorni tuoi:
Ti ucciderò, ribalda.
Curcuma.   Via uccidetemi, e poi?...
Tamas. Parla.
Curcuma.   Io non so nulla.
Tamas.   Dov’è Ircana?
Curcuma.   Non so...
Tamas. Non è più nel serraglio?
Curcuma.   Ho paura di no.
Tamas. Ah indegna, scellerata: Ircana se ne andrà
Senza che tu lo sappia? (minacciandola
Curcuma.   Eh signor, vi sarà.
Tamas. Sì, vi sarà; ma dove?
Curcuma.   Là dentro. (Oh me meschina!)
Tamas. Vado: se non la trovo, ti vo’ conciar, bambina.
(in atto di partire
Curcuma. Eh sì, la troverete. (Oh se fuggir potessi!)
Tamas. Ma non ti credo; olà.
(toma indietro, e chiama gli Eunuchi
Curcuma.   (È meglio ch’io confessi).
Tamas. Legatela colei. (agli Eunuchi
Curcuma.   Ah signor...
Tamas.   Non tardate, (agli Eunuchi
Curcuma. Legate con modestia, le man non mi toccate.
(agli Eunuchi