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LA SPOSA PERSIANA 175

SCENA X.

Machmut e Osmano.

Machmut. (Giovine sventurato!) da si

Osmano.   Machmut, che pensi?
Machmut.   Ah penso
Qual dolore il mio figlio proverà crudo, intenso!
Osmano. Dagli una sciabla, un arco, dagli un agili destriero,
Meco in tre giorni al campo dilegua ogni pensiero.
Stanco di tollerare la neghittosa pace,
Il Perso valoroso vuole attaccare il Trace;
Poiché, quantunque uniti sien sotto all’Alcorano1,
Sono i più fier nemici il Perso e l’Ottomano.
L’una e l’altra nazione venera, il sai, Maometto;
Ma abbiam noi per Alì forse maggior rispetto.
E quei nel nostro Impero, che ci governa e regge,
Col parer degl’Imanni 2 interpreta la legge.
Venera il Turco Omar, Albumelech 3, Osmano,
Diviso in due partiti il popol Monsulmano.
Articoli di legge tengono in aspra guerra
Due principi fra loro formidabili in terra.
Machmut. Tu nel parlar di guerra perdi te stesso: osserva:
Ecco la schiava.
Osmano.   A forza guidano la proterva.

SCENA XI.

Ircana tenuta legata da due Eunuchi, e detti.

Ircana. Ah signor, perchè in lacci? Miserai in che peccai?

Che da me si pretende?
Machmut.   Chetati, e lo saprai.
Ircana. Fammi coprire almeno dinnanzi a uno straniero.

  1. Ed. Zatta: sotto l’Alcorano.
  2. In tutte le edizioni è stampato Omanni, me deve leggersi: Imanni.
  3. Nello Stato presente di tutti i paesi ecc. (del Selmon) da cui il Goldoni attinge, è detto Abubeker: trad. ital., vol. V (Venezie, 1738), peg. 266.