Tamas. Ircana.
Ircana. E ben, che rechi?
Tamas. Odimi...
Ircana. Ti confondi.
Parte la sposa tua? Resta con te? Rispondi.
Tamas. Partirà, se lo vuoi, ma che noi voglia1 io spero.
Ircana. Speri che non lo voglia?
Tamas. Frena lo spirto altero.
La vidi; ella ti cede in merto ed in bellezza;
Ma, soffri che io tel dica...
Ircana. Mi supera in dolcezza!
E non è scarso pregio, ancorché non sia vaga.
Donna che facilmente di parole s’appaga. (con ironia
Le schiocche non invidio, io son femmina 2 audace.
Eleggi delle due; sciegli 3 qual più ti piace... altera
Tamas. Ho scelto; e tu lo sai, crudel, se preferita
Ti ho alla sposa non solo, ma al padre ed alla vita.
Questa che a torto insulti, questa che abborri tanto,
Ha di stimarti il pregio, vuol di piacerti il vanto.
Sa che ti adoro, e il soffre; sa che mi piaci, e loda
Che io serbi fede, e sembra, che per te esulti e goda.
Giura le fiamme nostre soffrir senza fatica;
Non la temer rivale, l’avrai compagna e amica.
Che ti par?
Ircana. Non lo credo.
Tamas. T’inganni, idolo mio.
Ircana. Son donna, e delle donne l’arte conosco anch’io.
Tamas. Che puoi temer?
Ircana. Che finga non essere gelosa,
E di vendetta in seno covi la serpe ascosa.
Tamas. No, non può darsi. In viso troppo è modesta e umile.
Ircana. Questo delle alme accorte, questo è l’usato stile.
Tamas, tu non sai quanto sotto un placido aspetto
- ↑ Ed. Zatta: vogli.
- ↑ Ed. Pitteri: femina.
- ↑ Ed. Zatta: scegli.