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LA SPOSA PERSIANA | 151 |
Voi sugli affetti vostri dar le potete il trono.
Sola nel vostro cuore fate che regni in pace;
Usi pietà, non ira, con chi lo vede, e tace.
Soffra che possa almeno errar fra queste mura,
Confusa fra le donne nate di stirpe oscura;
Ed a soffrir le insegni, senza esserne sdegnosa,
L’esempio avanti agli occhi d’una non vile, e sposa.
piange
Tamas. (Muove pietà col pianto, misera donna oppressa.
Se la vedesse Ircana, pietà ne avrebbe anch’essa).
Fatima. Da voi sposata appena, se lungi mi scacciate,
Pensate a qual destino, signor, mi condannate,
È ver, che ripudiata donna talor si sposa,
Ma espiar le conviene la macchia vergognosa.
Colpa non ho, che vaglia a meritar disprezzi,
Non v’à ragion, per cui nodo fra noi si spezzi.
Pien di furore e sdegno il padre mio la morte,
Per vendicar la figlia, vorrebbe del consorte;
Ed io che di adorarvi, misera, ancor mi vanto,
Per voi, non per me stessa, mi struggerei nel pianto.
piange
Tamas. Fatima, non piangete, a voi torno a momenti.
(Che stile inusitato! che amor! che dolci accenti!
Ah voglia il Ciel che Ircana m’oda, s’arrenda, e taccia.
Se nega? se persiste? Non so quel che mi faccia).
parte
SCENA VII.
Fatima sola.
Diresti che seguito non abbia il tuo consiglio?
Potea soffrir di più? Di più soffrir mi resta?