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LA SPOSA PERSIANA 147
Nell’obbedir lo sposo troverai più contento.

Amalo, e coll’amore anche il servir sia misto,
Se vuoi del di lui cuore formar l’intero acquisto.
Schiave avrà il tuo consorte, l’uso comun 1 ti è noto:
Non esca dal tuo labbro contro di loro un voto;
Ma vincerle procura, accanto al tuo diletto.
In amore, in dolcezza, in virtude, in rispetto;
Ed ei, trovando il merto col casto nodo unito,
Amerà con costanza gli amplessi di marito.
Figlia, ti lascio, osserva, ecco quanto potei,
Per formarti la dote, trar dagli erari miei.
Ma più di gemme e d’oro, nei mali e nei perigli,
Vaglienti per tua scorta questi ultimi consigli:
Ama quel che amar lice, non quel che giova e piace;
Serba, promovi e cura la domestica pace:
Misura con l’onesto e l’utile, e il diletto,
Prima il ciel, poi lo sposo: soffri, conosci: ho detto.
parte

SCENA IV.

Machmut, Fatima e i suddetti.

Machmut. Olà, parta ciascuno; 2 in libertà qui resti

Dello sposo la sposa ai primi sguardi onesti.
Figlia, che con tal nome posso chiamarti anch’io,
Se unita fra momenti sarai col sangue mio,
Non so quale a’ tuoi occhi recato abbia diletto
Quel che or mirasti appena sposo tuo giovinetto.
Non brilla ad esso in volto gran vezzo e gran bellezza,
Ma la beltade in uomo non è quel che si apprezza.
Valor, sangue, decoro, virtù, costanza e amore,
Questo è quel che di donna rende felice il cuore.
L’amor non nasce a un tratto, col tempo in sen si accende:
Male, se a’ primi colpi un debil cuor si arrende.

  1. Ed. Pitteri common.
  2. Nell’ed. Zatta c’è la virgola, e poi: e la libertà ecc.