Vitaliano. Eufemia, non temer
1. T’amai, noi niego,
Pria di vederti ancor. Veduta, oh quanto
S’accrebbe il foco mio! La vita esposi
E il mio regno per te. Non soffrirei
Ceder altrui le preziose e care
Fiamme d’un tale amor, s’altri 2 il rivale
Fosse che un mio germano, e che Giustino3,
A lui 4 deggio la vita, a lui la gloria
Deggio d’avermi risarcito, e deggio
Ricompensa 5 maggior, che dar non posso.
Prendila, o valoroso, ella è ben degna
Dell’amor tuo, del tuo bel cor. Felice
Rendati il Ciel colla tua sposa a lato.
Invidio la tua sorte, ma turbarla
Non ardirei. (Povero core afflitto,
Soffri l’eccesso del dolor; per sempre
Perdemmo Eufemia, desiata tanto! 6)
Principessa, Giustino, io mi confesso
Debole troppo per mirare in volto
Eufemia, e non amarla. Ah! col partire
Mi si tolga dagli occhi il violento
Stimolo, che a virtù forte contrasta 7.
Addio, sposi felici, addio, germano;
Tu a Cesare favella, e tu sostieni
Le mie ragion. Parto, perchè più certo
Tu sia dell’amor mio8. Non è minore
Delle nostre comuni alte vittorie
Quella che 9 riportai sopra gli affetti10,
Sia questa ricompensa un grato dono;
Cedo Eufemia a Giustino, e mi riserbo
Di sì rara virtù l’eroico vanto. parte
- ↑ Nel ms. punto e virgola.
- ↑ Ms.: se altri'.
- ↑ Ms.: e tal germano.
- ↑ Nel ms. dopo germano c’è la virgola, e poi segue: A cui deggio la vita, a cui ecc.
- ↑ Ms.: riccompensa.
- ↑ Segue nel ms.: E tanto invano sospirata e pianta.
- ↑ Ms.: contrasta, e oppone.
- ↑ Ms.: Ti rendi del mio amor.
- ↑ Ms.: ch’io.
- ↑ Segue nell’autografo: Del mio tenero cor. Siasi codesta — Ricompensa, ò favor, giustizia, ò dono ecc.