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BELISARIO | 93 |
Vanne, se ciò ti aggrada, e fia tua gloria
Render bene per male, amor per sdegno.
Antonia. Anch’io ti sieguo nel fatal cimento.
Belisario. Se il ciel m’assiste, in questo giorno io spero
Donar luce maggior alla mia fama.
Amici, andiamo. Un bell’onor c’invita
A pugnar per la patria, e per la fede.
(Parte Belisario, guidato da Narsele ed Antonia, con parte delle guardie
SCENA VIII.
Giustiniano, Teodora e guardie.
A menarmi la gloria. Ah! tu fra questo (a Teodora
Popolo mio fedel sarai la sola
Ostinata, perversa? Il sol oggetto
Dello sdegno di Grecia e del mio duolo?
Teodora. (Cede omai la costanza, e non so quale
Dolor mi serpe, e confusion nel seno). (da sè
Giustiniano. Eh! si tolga dal mondo un mostro indegno,
E pria che lasci questo soglio in preda
Degl’inimici miei, servami ancora
Per fulminar la pena a chi cotanto
Debol lo rese. Popoli, Teodora (va in trono
Non è più sposa a Giustinian. Colei
Che con indegni femminili inganni
Belisario tradì, punir destino.
La condannan le leggi. Io non l’assolvo;
Muoia chi fu cagion del nostro pianto.
Teodora. Sì, sì, morrò, che ben lo merto. Al fine
Conosco il fallo mio. Sposo adorato...
Giustiniano. Taci, non profanar un sì bel nome.
Teodora. Alma sì rea non v’ha, nel di cui core
Pentimento non giunga o presto o tardi.