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BELISARIO | 73 |
Dunque il fallo detesti e fia mercede
De’ benefici suoi la mia clemenza.
Olà, sia Belisario a me condotto.
Questa dell’amor mio prova vo’ dargli.
Veda così, s’io l’amo; e da me apprenda
L’alta virtù di dominar se stesso.
Eccolo; oh con qual fasto a me sen viene!
Che intrepidezza! Chi lo mira in volto,
Innocente lo crede. Eh! tant’orgoglio
Ora non converrebbe al contumace. (siede.
SCENA IV.
Belisario senza spada e senza elmo, e Giustiniano.
Obbediente a’ tuoi cenni. Ecco la prima
Volta, signor, che a te mi vedi innanti
Senza la spada mia, senza l’usate
Gloriose spoglie e militari insegne.
In me vedi però quel core stesso,
Quella stessa fortezza e quel rispetto,
Che mai disgiunti dal mio petto andaro.
E vedi in me quella innocenza istessa,
E quella fede e quell’umile affetto,
Che a te mi rese sì gradito un giorno.
Giustiniano. Ritiratevi, guardie. Or che siam soli,
Belisario, m’ascolta; e finchè io parlo,
Serbami nel silenzio il tuo rispetto.
Belisario. Non parlerò, se non l’imponi.
Giustiniano. In questo
Foglio la destra mia segnò tua morte;
Ma la pietà che sai per prova quanto
A tuo favor nel petto mio ragioni,