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SCENA XII1
Antonia da Uomo, e detti.
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SCENA XIII2
Narsete e detti.
Vengon gli Ariani, ed è Filippo il loro
Duce supremo. Arditi a queste mura
S’avvanzano i nemici, e al fiero assalto
Si dispongono gli empj. I tuoi soldati,
Quelli ch’esser solean, già più non sono.
Pavidi, intimoriti, han di viltade
Tutto ripieno il cor, e niuno ha cuore
D’opporsi dei rubelli al fiero orgoglio,
Giustiniano. Ecco il fulmin del Ciel, che giusto cade ecc.
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Più non v’è chi m’assista, o mi difenda.
Mi rende vil l’orror della mia colpa,
Ed un alto spavento il cor m’assale.
Bellisario, ove sei? Teodora indegna;
Narsete, mi consiglia, Antonia, aita,
Numi del Ciel, pietà.
Bellisario. Frena, Signore,
L’importuno timor; benchè sia cieco,
Vive ancor Bellisario ecc..
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