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I superbi Palazzi; i Tempj stessi
Profanati dai Persi, arsero i nostri,
Onde purgati fur dall’empia, folle
Idolatria di quella gente indegna.
Non v’era alcun che non gridasse: Viva ecc.
. . . . . . . . . . . . .
Che cangiata ella sia, nè più la fiamma,
Che l’ardeva per me riserbi in petto.
SCENA IV1.
Teodora e detto.
. . . . . . . . . . . . .
Bellisario. ...Nè bisogno di prove ha la mia fede.
Teodora. Eh scaccia dal tuo sen, se saggio sei,
Quel fantasma d’onor, ch’Uom vile apprezza.
L’onor, se tu nol sai, non si deturpa
Tra secreti piaceri, e se coperto
Dalle tenebre fia, rimane illeso.
L’onor sol vive quanto in mente altrui
Vivere gli è concesso, onde sovente
Senza macchia veruna, il fregio perde,
E sovente macchiato ei lo conserva.
L’ingiuria a Giustinian scorno non reca ecc.
. . . . . . . . . . . . .
Teodora. Senti, se all’amor mio nieghi pietade,
Vedrem, se quell’onor che tanto apprezzi
Punto ti gioverà, saprò ben io
Ciò che comesso (sic) rimarebbe (sic) occulto
Di te medemo (sic) pubblicare al Mondo ecc.
. . . . . . . . . . . . .
- ↑ Corrisponde alla sc. V. e al principio della VI.