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in cinque atti” meritava di trionfare presso il pubblico. Infelicissimi i dialoghi, rozze le scene, pessimi i versi, romanzesca l’azione, ma le passioni si dipingono sul volto dei personaggi e la tragedia ha ancora qualche grido di vita (Peter avverte che l’“ossatura” è di Rojas: l. c.).
Quando nel 1793 lo Zatta di Venezia ristampava nella grande edizione del teatro goldoniano l’Enrico re di Sicilia, la vecchia tragedia non poteva più servire che di curiosità ai molti e devoti ammiratori del commediografo veneziano.
G. O.