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552 | ATTO QUINTO |
Bastarete1 al grand’uopo. Io vi precedo;
La ragione ci assiste; e quel furore
Che il destin di Matilde in sen mi desta,
Farà prove inaudite. Andiam; si pugni;
E si vinca, o si mora. Io sono in tale
Stato, che non so ben se più mi giovi
Disperato morire, o viver mesto. (parte colle guardie
Leonzio. Oh non m’avesse la severa Parca
Sì lungamente differito il colpo!
Cotanto infausti avvenimenti al certo
Veduti non avrei. Misero Enrico!
Il suo delitto a volontaria morte
Già lo guidò. Deh qui restate, amici,
Non vi curate di mirar la fine
Del più misero Re. Ma lui vi serva
D’instruzione ed esempio. Oh ree passioni!
Come indomite mai ne’ cori umani
Vi fate ognor della ragion tiranne!2
Fine della Tragedia.