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48 | ATTO SECONDO |
Mi serbasti la vita e mi donasti
La pace, è ver; ma in ricompensa io stesso
Che non feci per te? Non ti bastava
La metà del mio soglio? il cor che teco
Diviso avea? Fellon... ma dove scorre
L’incauto labbro mio? Di Giustiniano
Non leggo il nome; e tante vite e tante
Prode salvò di Belisario il braccio.
Ah! che il correr sì tosto a condannarlo
Fora enorme delitto. Il cor mi dice
Ch’è innocente colui. Trovisi dunque,
Si confonda l’invidia; ed abbia al fine
Calunniata virtù premio e non pena.
Fine dell’Atto Secondo.