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RINALDO DI MONT'ALBANO 443
Ruggiero. E se il Monarca

Rei ci credesse, e ci volesse estinti?
Rinaldo. Converrebbe morir.
Ruggiero.   Benchè innocenti?
Rinaldo. Dirsi, figlio, il mortal non può innocente,
Che di qualche delitto è sempre reo.
Lo punisce talor l’ira de’ Numi
Per un fallo non suo; ma de’ suoi falli
Occulti al mondo egli è punito. In pace
Deve l’uomo soffrir il suo destino.
Ruggiero. Ma in pace mai non soffrirò cotesta
Ingiustizia del Re.
Rinaldo.   Taci: rispetta
Il carattere sagro. È sempre giusto
Chi, secondo le leggi, altrui condanna.
Difendersi convien, convien scolparsi,
Gl’inganni superar, figlio, conviene;
Ma se, ad onta di tutto, hanno valore
Le calunnie degli empi, a noi non lice
Del monarca lagnarsi.1 Il fin dell’uomo
È la morte, lo sai. Morir glorioso,
Val più assai della vita.
Ruggiero.   E noi, gloriosi
Moriremo così?
Rinaldo.   Verrà quel giorno,
Che il ver si scoprirà.
Ruggiero.   Quand’io sia2 estinto,
Tardo il giorno verrà.
Rinaldo.   Ma sarà in tempo
Per risarcir la nostra fama.
Ruggiero.   Oh Dio!
Mi conforta la speme, e già prevedo,
Che il ciel soccorrerà nostra innocenza.
Altrimenti, signor, tanta virtude

  1. Così il testo.
  2. Nel testo è stampato fia.