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RINALDO DI MONT'ALBANO |
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Alla lama, agli amici, ai più sinceri
Accusatori de’ delitti vostri.
Togliete lor que’ brandi, e fra catene
Sino al novello dì sian custoditi.
Rinaldo. Questa spada, Signor, solo impugnai
Per la vostra difesa.
(gli vien levata la spada, ed a Ruggiero1
Carlo. E chi è il ribaldo
Contro cui l’impugnaste?
Rinaldo. (Oh Dio! Mio figlio
Era dunque colui? Che creder deggio
Della sua giovinezza?) (a parte
Carlo. Ah! che il rimorso
Vi confonde, lo so. Dimani, audace,
Vi faranno parlar i più severi
Stimoli di giustizia. Oh quanto io devo,
Gano, alla vostra fè! Quanto comprendo
Il zelo vostro, il vostro amor! Indegno,
Specchiatevi di lui nel cor fedele.
Arrossite in mirar quanta virtude
Animi il di lui sen. Questo è l’eroe
Più glorioso di Francia. Egli di Carlo
È la gloria e l’amor: voi, scellerati,
Voi siete l’ira mia: voi proverete
Dell’offesa maestà tutto lo sdegno2.
Gano.3 A voi, soldati, i rei consegno, e siano
Ben custoditi, e al cenno mio serbati.
Rinaldo. Gano, io tutto comprendo; io so qual astro
Congiura a danno mio. Possibil fia,
Che cotanto v’accenda invidia indegna
Dell’eroiche mie gesta?
Gano. Invan, superbo,
D’invidia me tacciate. E che potrei
- ↑ Così nel testo.
- ↑ Certamente Carlo rientra nel padiglione.
- ↑ Nel testo dell’ed. Zatta è stampato per errore Carlo.