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RINALDO DI MONT'ALBANO 433
Gano.   Facile, o Sire,

Fia conoscere il reo: questa è la notte
Destinata a scagliar dell’empia trama
Il fulmine crudel. Non dimostrate
Il novello sospetto, anzi rinchiuso
Nella tenda real, lascin le guardie
Il varco ai traditori. Io stesso intanto
Colle guardie medesme attento e pronto
Fra quegli alberi folti, al vostro scampo
Accorto veglierò. Se d’accostarsi
Ardirà alcuno a questa tenda, io tosto
Uscirò coi soldati, e o vivi, o estinti,
Condurrò i traditori a’ piedi vostri.
Che ne dite, Signor?
Carlo.   Piacemi il modo,
Onde scoprir i scellerati. Io solo
Però restar non acconsento. È troppo
Temerario l’azzardo; avventurarmi
Io non deggio così.
Gano.   Saggio è il riguardo.
Voi di me più vedete: ecco pertanto
L’opportuno rimedio. I più fedeli
Scieglietevi, Signor. Questi sian chiusi
Nella tenda con voi. Per una notte,
In cui si tratta della vita vostra,
La compagnia nel padiglion soffrite
Dei soldati fedeli. Ad ogni moto
Che udiranno d’intorno, escir potranno,
E sorprender così dei scellerati
Forse le armate destre: io colle guardie
Non sarò meno pronto; e i traditori
Circonderemo; e conosciuti, e oppressi,
Pagheranno col sangue il lor delitto.
Carlo. Saggiamente parlaste. Itene dunque
Altre guardie ad unir per occupare