|
RINALDO DI MONT'ALBANO |
423 |
Florante. Io pronto
Sono al vostro desio.
Ruggiero. Dunque la spada
Non tardate a impugnar. (impugna la spada
Florante. Chi è l’inimico
Che v’accende, signor?
Ruggiero. Voi siete quello.
Florante. Io! perchè mai?
Ruggiero. Non rammentate, audace,
Qual mi scherniste prigionier? Il tempo
Giunse di vendicarmi.
Florante. Ah no, Ruggiero,
Onta non fu ciò che per gioco io dissi.
V’amo e v’estimo, e non vogl’io con voi
Cimentarmi col brando.
Ruggiero. Ah vile! Ah indegno!
Ecco il valor de’ Maganzesi. Ardito
Solo co’ disarmati esser ti giova,
Tremi a fronte d’un ferro.
Florante. Oh numi! Ed io
Tanto soffrir dovrò?
Ruggiero. Vieni al cimento;
Vieni meco, s’hai cor: o ch’io ti passo
Tosto, codardo, il cor. (vibra la spada
Florante. Fermate. (Oh cieli!
Fuggir non posso il periglioso incontro.
Cimentarsi convien). (a parte
Ruggiero. Lode agli Dei,
Potrò pur, scellerato, il sangue tuo
Sparger da quelle vene.
Florante. Io, temerario,
La tua morte vedrò.
Ruggiero. Vien pure. AH’armi.
(si battono, e Fiorante resta vinto
Florante. La vita per pietà.