Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
40 | ATTO SECONDO |
La tua spada, e m’uccidi. Allor potrai
Del felice amor tuo goder in pace:
Ma sinchè io vivo son, non lo sperare.
Che fra catene ancor...
Belisario. Filippo, ascolta.
Tu m’oltraggiasti, è vero; ardisti, ingrato,
Cimentarmi col ferro, e del mio dono
T’abusasti così, superbo, altero.
Belisario però non sa infierire
Contro un uom disarmato. A me sol basta
Vendicarmi di te col tuo rossore.
Compatisco l’amor che ti fe’ cieco,
E la fierezza tua scuso natia.
Prendi pur il tuo ferro. A te lo dono,
Ma rammenta d’usarlo in opre degne
D’uom valoroso. A prò del tuo monarca
Serbalo. A questo patto io te lo rendo.
Filippo. (Convien cedere al fato). Io lo ricevo
Da te, giacchè così vuol la mia sorte.
Contro a’ nemici miei giuro impugnarlo.
(Ma il mio più fier nemico è Belisario). (da sè, parte
SCENA VII.
Belisario solo.
D’Antonia il cor, se in te il suo cor risiede.
Ella t’ama pur troppo; e quei confusi
Sensi de’ labbri suoi, quel guardo misto
Di pietade e fierezza erano chiari
Segni d’un nuovo amor. Donna crudele!
Belisario infelice! amor tradito!
Mie deluse speranze! empia, spergiura,