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RINALDO DI MONT'ALBANO 397
Questo vostro silenzio è una gran parte

Di mia discolpa.
Carlo.   Che ardiste, indegno,
Pronunciar contro me? Non son tenuto
A rendervi ragion dell’ira mia.
Fatto è il vostro processo. Oggi il Consiglio
L’udirà me presente, e voi d’udirlo
Riserbatevi allor: allor potrete
Difendervi, scolparvi. È inopportuno
Ora il vostro coraggio.
Rinaldo.   A che degg’io
Presentarmi al Consiglio? Inutil fora
Difendermi colà. Tutti nemici
I grandi avrò, se il Re medesmo ancora
Mio nemico divenne. Il so: congiura
Tutta Francia in mio danno. Io son perduto.
Venga dunque la morte, ad aspettarla
Intrepido men vado. Ecco la bella
Ricompensa al valor. Sì, voglio dirlo
Pria di morir: ecco la mia1 mercede
A chi difese della Francia il regno,
A chi sostenne al suo Signor in capo
La reale corona. A chi...
Carlo.   Tacete.
Rinaldo. Vi dà pena, lo so, delle mie imprese
La recente memoria; il so, v’incresce
Ch’io la rammenti. Tacerò. Signore,
Partirò, morirò. Di me più forte
AI cor vi parlerà rimorso, orrore
Del crudel sagrifizio. Invano, invano
Chiamerete Rinaldo, allor che gli empi
Insidiatori della vita vostra
Tesi avranno gli agguati. Io morrò fido;
Voi morrete tradito. Addio, Signore,

  1. Forse deve leggersi ria.