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394 | ATTO SECONDO |
SCENA III.
Ruggiero sul ponte, Gano, Rinaldo e guardie.
Colla spada Ruggiero? Il figlio mio
In difesa del ponte? Oh Dio! Qual rischio?
Qual azzardo alla mano ancora imbelle
D’inesperto garzon! Tremo in vederlo.
Palpito innanzi a lui.
Ruggiero. Che pretendete, (a Gano e suoi
Scellerati ministri?
Gano. Olà, serbate
Il rispetto dovuto al primo duce.
Siete mio prigionier.
Ruggiero. No, finchè in pugno
Serbo la spada mia.
Gano. Giovine incauto,
Non cercate la morte.
Ruggiero. Ah! La mia morte
Cara vi costerà.
Rinaldo. Sì, figlio. (Oh Dio!)
Sì, dell’anima mia parte più cara,
Difendetevi, sì: proteggeranno
L’innocenza gli dei.
Gano. Soldati, al petto
Di Rinaldo volgete i vostri brandi:
Se Ruggiero resiste, ei cada estinto.
(stando sul monte, alle guardie che sono con Rinaldo
Rinaldo. Ah barbaro!
Ruggiero. Ah crudele!
Gano. O voi l’inciampo (a Ruggiero
Togliete al nostro passo, o il genitore
Fo svenarvi sugli occhi.
Ruggiero. Ah! Che risolvo?