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382 | ATTO PRIMO |
L’esempio degli eroi.
Rinaldo. Cotesti scherni
Non soffrirei, se la mia spada avessi,
Maganzese indiscreto: ancor fra lacci
Saprò farmi temer1. L’odiosa stirpe
Poco trionferà: scoprirà Carlo
I tradimenti e i traditori2. Il fiore
De’ guerrieri francesi ha da ubbidire
Due codardi?
Florante. Tacete: ormai son stanco
Di tollerar l’audacia vostra.
Rinaldo. Io prima
Morirò che tacer.
Florante. Guidate, amici, (a’ suoi soldati
Alla mia tenda il prigionier.
Rinaldo. Superbo!
Sempre non riderai. Suol la fortuna
Opprimer cieca e l’innocente e il reo;
Ma l’innocente alfin risorge illeso;
Ma del reo le cadute eterne sono.
(parte Rinaldo, condotto dalle guardie
Florante. Frema pur l’orgoglioso: abbiam trovato
La via d’annichilarlo. A che non giunge
L’arte del simular? Carlo si fida
Interamente a noi; son del Consiglio
La maggior parte amici nostri. In breve
Cadrà Rinaldo, e sulle sue cadute
Fabbricherem la sorte nostra. Il mondo
Loda sempre i felici: non si lagni
Del suo destin, chi migliorar noi tenta;
Che degli audaci è sol fortuna amica.
Fine dell’Atto Primo.