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RINALDO DI MONT'ALBANO 379
Non conosce altro Re che il suo valore;

Disprezza i cenni vostri, e baldanzoso
Sin nel cuor della Francia osa e minaccia).
Rinaldo. Signor, se m’udirete...1
Carlo. A me tosto la spada.
Rinaldo.   Eccola. Io questo
Solo bramai; la spada di Rinaldo
Non si deve che al Re.
(porge riverente la spada a Carlo
Carlo.   Superbo! E voi, (a’ soldati
Da lui sedotti, e voi, sudditi infidi,
Deponete quelle armi; io vo’ distrutta
La sospetta milizia; gli uffizialii
Privo del grado, e i semplici soldati
Reclutati e divisi in altre squadre,
Siano tenuti in condizion di schiavi;
Gano, consegno a voi delle armi nostre
Il supremo comando.
Gano.   Un tanto onore
Troppo eccede, Signor.
Rinaldo.   Sì, troppo eccede
L’ingiustissima sorte a pro d’un empio.
Ah! Sire, voi togliete a me tal fregio
Per darlo a Gano? E delle mie vittorie
Codesto il premio?
Carlo.   Olà! Cotanto audace
Non favelli al suo Re, chi il regio sdegno
Provocar non desia.
Rinaldo.   Ma per pietade
Ascoltatemi almeno.
Carlo.   Ad altro tempo
V’ascolterò. Non son tiranno. I rei
Piacemi udir, pria di punirli.
Rinaldo.   Intanto

  1. Abbiamo qui un settenario.