Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1926, XXIII.djvu/381


RINALDO DI MONT'ALBANO 377
Deh, se amico mi siete, a’ miei nemici

Ponetemi in confronto. Il Re m’ascolti;
Se sarò reo, mi punirà.
Gano.   Ma quando
A punirvi comincia, io creder deggio
Che certo il Re sia delle colpe vostre:
Rimproverarlo d’ingiustizia adunque
Mi consigliate? Irriterei piuttosto
Contro voi, contro me, del Re lo sdegno.
Rinaldo. Ma qual colpa commisi? Di che mai
Carlo mi crede reo?
Gano.   Nol so: codesto
È cenno suo, non del consiglio. In petto
Egli serba l’arcano.
Rinaldo.   E pur non suole
Della sorte dispor de’ Capitemi,
Che in Consiglio di guerra.
Gano.   Ei questa volta
L’ordine sovvertì. Su via, Rinaldo,
Mostratevi ubbidiente, e non tardate
La spada a consegnar.
Rinaldo.   Sperate invano,
Ch’io la consegni a voi. (risoluto
Gano.   Oh! se sapeste
Qual sia l’ordine ch’ebbi, ardito meno
Vi mirerei.
Rinaldo.   Spiegate, eseguite1
Il comando del Re.
Gano.   Dovrò la forza
Con voi usar.
Rinaldo.   Sì, quella forza usate,
Che v'inspira il coraggio: io la ragione
Userò in mia difesa.
Gano.   Io venni solo

  1. Così le antiche edizioni. In quelle del decimonono è stampato: Spiegate ed eseguite.