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36 | ATTO SECONDO |
Signor, è tuo nemico.
Belisario. Belisario
Non ha nemici, e se ne avesse ancora,
Con atto vil non ne faria vendetta,
E vano il replicar, s’oggi la sorte
Ha deciso per lui. Vada Filippo
Al governo d’Italia.
SCENA IV.
Filippo e detti.
Per rapir l’idol mio si vuol ch’io parta?) (in disparte
Narsete. Se destini così...
Belisario. Così destino.
Vanne pur a Filippo, ed in mio nome
Recagli il suo destino in questo foglio...
Filippo. Ma risponde Filippo a Belisario, (avanzandosi
Che schernendo il destino, il foglio indegno
Ei lacera e calpesta, e che in Bisanzio
Resterà a suo dispetto.
Narsete. (Oh stravaganza!) (da sè
Belisario. Perchè sì fiero e minaccioso in tempo
Che d’un chiesto favor la grazia ottieni?
Tu stesso il foglio segni; al trono augusto
Di Cesare il presenti, in dono chiedi
Il governo d’Italia; oggi fra tanti
Che lo chiedono pur, tu sei l’eletto,
E ti lagni? di che? qual ira è questa?
Filippo. Abbastanza comprendo il tuo disegno.
Segnai quel foglio, è ver; ma da che vidi
Il decreto avvilir del Greco soglio.
Io richiesi, egli è ver, d’Italia il freno,