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RINALDO DI MONT'ALBANO 373
Orlando.   Il primo esempio

Sareste voi d’un innocente oppresso?
Rinaldo. Sotto impero tiran potrei temerlo.
Orlando. E un uomo il Re; puote ingannarsi.
Rinaldo.   Ho prove
Della regia virtù del mio Signore.
Orlando. Amico, non sprezzate il mio consiglio.
Rinaldo. Veggo l’affetto vostro, e ne son grato.
Orlando. Inutil vi sarà, se noi curate.
Rinaldo. Sempre mi gioverà l’amor d’Orlando.
Orlando. Addio. Carlo m’attende. Il Ciel secondi
La magnanima idea del vostro cuore.
Clarice. Deh, non ci abbandonate. (ad Orlando
Orlando.   Io feci quanto (a Clarice
L’amicizia potea. L’affetto vostro
L’opra compisca.
Clarice.   (Oh sventurato affetto!) (a parte
Armelinda. Signor, che intesi? In questa guisa il merto
Si compensa fra voi? Se il Re mio padre
Avesse un capitano a voi simile,
Che non faria per ingrandirlo? In premio
Della vostra vittoria, or si minaccia
Di rovinarvi? E voi servir volete
Un monarca sì ingiusto?
Rinaldo.   Ah no, cotanto
Non v’avanzate. Rispettate il nome
Del gran Re delle Gallie: egli è incapace
D’esser ingrato; penerà fors’anco
Nel sentirmi accusar: ma un Re non deve
Per tutto ciò che ad un vassallo ei debba,
La giustizia1 obliar. Perch’io sia degno
Del suo regio favor, porrà in confronto
Delle calunnie altrui la mia innocenza.
Clarice. Vi figurate un re qual lo vorreste:

  1. Nelle vecchie stampe, forse per una distrazione dell’autore, c’è soltanto Giustizia.