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326 | ATTO QUARTO |
Don Alfonso. Desia da solo a solo
Esser con voi.
Commend. Scendan le scale i servi.
(il paggio parte
Anderò ad incontrarlo. Don Giovanni,
Perdonate s’io deggio...
D. Giovanni. Itene pure;
Non vi caglia di me.
Commend. Figlia, restate
Seco fino ch’io torni.
(Si pone la spada al fianco, ch’era sul tavolino, e parte
SCENA II.
Don Giovanni e Donn’Anna.
Più per quest’oggi!)
Donn’Anna. (Il cuor mi balza in petto).
D. Giovanni. Bellissima donn’Anna, alfin la sorte
Libero favellarvi a me concede.
Donn’Anna. V’impedia forse il genitor discreto
Favellar lui presente?
D. Giovanni. Il padre antico
Men della figlia mi sarà cortese.
Ah donn’Anna! (sospira
Donn’Anna. Signor, voi sospirate?
(Tornasse il genitore!)
D. Giovanni. Ah non crediate,
Che il van desio di vagheggiar Castiglia
M’abbia quivi condotto. Il cuor mi accese
Della vostra beltà fama o destino.
Queste fur le mie guide, e de’ miei passi
Voi mi propose amor, regola e meta.
Giunsi a mirarvi, e ne’ begli occhi vostri