Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1926, XXIII.djvu/249


LA GRISELDA 247
Gran periglio è l’indugio all’amor mio.

Parti.
Roberto.   Vado, mio ben; ma quando lungi
L’infelice sarà tuo fido amante,
Che dirai, che farai?
Oronta.   Pianti, sospiri
Tramanderò dal cor: la tua memoria
Sarà l’unico oggetto del cor mio;
E tu, qualor saprai che la tua fida
Fia d’altrui sposa, che farai?
Roberto.   Deh taci!
Morirò disperato.
Oronta.   Oh cruda sorte!
Roberto. Barbaro, ingiusto amor, tu che cagione
Or sei del nostro amaro duolo estremo,
O per sempre m’unisci, o qui m’uccidi.
Oronta. Questi sono i miei voti: amor tiranno,
O eternamente queste destre unisci,
O vicino al mio ben dammi la morte.
(si prendono per mano; in questo


SCENA VI.




Griselda e detti.



Griselda. E per sempre vi unisca amor pietoso,
Felicissimi amanti.
Oronta.   Ahimè!
Roberto.   Griselda!
Griselda. Con sì tenero affetto, o Principessa
Vai consorte allo sposo? E tu, Roberto,
Con sì bella onestà, con tal rispetto,
Vieni amico alla reggia? È questa, è questa
Dell’Imeneo la pura intatta fede?
Dell’ospizio real la giusta legge?