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LA GRISELDA | 231 |
SCENA VIII.
OTTONE, guardie e detta.
Contro chi non t’offende?
Griselda. Empio, vien pure
A svenar dopo il figlio anche la madre.
Ottone. Segui il mio piè.
Griselda. Crudo fellon, piuttosto
Di’ ch’io vada alla tomba.
Ottone. E che far pensi?
Griselda. Ciò che può far cor disperato e forte:
O svenarti, o morir.
Ottone. Ora il vedremo. (vuol accostarsi
Griselda. Scostati, o questo dardo in sen t’immergo.
Ottone. Altre piaghe nel seno amor mi aperse.
Griselda. Non è imbelle qual pensi il braccio mio.
Ottone. Con Ottone però contendi invano.
Griselda. Lasciami in pace.
Ottone. No, vieni, superba,
E reo non mi voler di maggior fallo.
Griselda. Il minor mal ch’io tema, è ’l tuo furore.
Ottone. Temi dunque il mio amor. Soldati, a voi.
(le vuol prendere il dardo
Griselda. Giusti numi del del, soccorso, aita.
Ottone. Eseguite, fedeli, il Re l’impone.
(li soldati procurano di prenderla
SCENA IX.
Gualtiero con soldati e detti.
Ottone. (II Re! sorte crudel!) (da sè
Griselda. (Sian grazie al cielo!)