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LA GRISELDA 207
Griselda.   E adorerollo

Benchè tutto spargesse il sangue mio.
Ottone. Io che sento pietà del tuo dolore,
Ti lascio il figlio.
Griselda.   Il don ricuso.
Ottone.   Ingrata!
Dunque il figlio non ami?
Griselda.   Io l’amo quanto
Puote amarsi giammai.
Ottone.   Perchè il ricusi?
Griselda. Perchè contro il voler del mio Gualtiero
Io non posso voler.
Ottone.   Nulla fia noto
A lui di ciò; sia in tuo potere il figlio.
Basta sol che pietosa a me un tuo sguardo
Doni per ricompensa.
Griselda.   A questo prezzo
Non compro il figlio mio. (scaccia da sè il figlio
Ottone.   Madre spietata!
Guida Everardo alle mie stanze: io serbo
I comandi del Re. (alla guardia, che guida via Everardo
Griselda.   Misero figlio!
Non ti vedrò mai più.
Ottone.   Perdesti il regno,
Ed ancora non sai perder l’orgoglio?
Griselda. Il mio regno perdei, non il mio core.
Ottone. In me sprezzi d’un Prence il degno affetto?
Griselda. La mia fede e il mio amor debbo a Gualtiero.
Ottone. A Gualtiero crudel, che ti ripudia?
Griselda. Se sua sposa non son, sarò una serva.
Ottone. Perdi il nome di sposa e quel di madre.
Griselda. La costanza mi resta, e l’onor mio.
Ottone. Orsù torna mendica e pastorella.
Griselda. Pastorella ch’io sia, ch’io sia mendica,
Sempre grande sarò. Per non soffrire