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ROSMONDA | 155 |
Cratero. Io non procuro
La pena tua, nè il tuo perdono imploro.
Salvati se lo puoi; ma non sperare
Ch’io secondi il tuo scampo.
Stenone. Alvida, (oh Dei!)
Non isdegnar ch’al tuo fuggir sia scorta
Il brando mio.
Alvida. Ma t’affatichi in vano,
Ma stancarmi pretendi. Ho da ridirti
Ciò ch’io voglio da te? La tua lentezza
Di codardo t’accusa, o menzognero.
Stenone. Vado, crudel, sarai contenta, avrai
Due vittime al tuo sdegno, e col mio sangue
Terminerai di satollar tue brame. (parte
SCENA III.
Alvida e Cratero.
Da te imploro, german. Son rea, gli è vero,
Ma tuo sangue son io. Fu amore alfine
Che m’indusse all’eccesso. Amo Germondo,
Mi disprezza l’ingrato. Ah! chi potrebbe
D’un vilipeso amor frenar lo sdegno?
Deh Cratero, pietà.
Cratero. Pietà non merti,
Ma negarla non so. Soldati, a voi
Consegno Alvida. In custodita parte
Sia celata per ora al regio sdegno.
Alvida. (Concedetemi, o Dei, tanto di vita
Quanto basti a veder le mie vendette).
(parte fra soldati