Alvida. Eppur vederti
Mi lusingo pietoso.
Germondo. Invan lo speri.
Alvida. Crudel, perchè? Forse il mio grado è indegno
Dell’amor tuo? Sai pur che nel mio seno
Scorse sangue real; dispiace forse
Il mio volto a’ tuoi lumi? Ah, la mia fede
Dovria piacerti almeno.
Germondo. Altri pensieri
Occupan la mia mente; e d’altro affetto
Prevenuto è il mio cor.
Alvida. Ma qual mercede
Può sperar l’amor tuo? Rosmonda ingrata
Sol desia la tua morte, e del germano
Unita al genitor cerca vendetta.
Germondo. Oh quanto, Alvida, è di Rosmonda il labbro
Vario dal cor! Sdegno feroce ostenta,
E il più tenero affetto in seno asconde.
Alvida. Ma che prò, se nemica a te si mostra?
Germondo. Compatisco il suo stato, e sol mi basta
Che non sia dallo sdegno amor estinto.
Alvida. E per esser fedele a chi non t’ama,
O d’amarti ha rossor, ti rendi ingrato
A me che t’amo e l’amor mio non celo?
Misera, per seguirti abbandonai
La patria, il genitor; per te mi esposi
Ai disagi di guerra ed ai perigli,
E co’ disprezzi compensar pretendi
Tanto amor, tanta fè?
Germondo. Non tormentarmi,
Alvida, per pietà. Sai che l’arbitrio
Ho perduto del cor.
Alvida. Puoi racquistarlo.
Germondo. L’impossibil t’infingi.
Alvida. E pur lo spero.