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110 | ATTO SECONDO |
Rosmonda. Germondo è indegno
E di regno e di vita. (Eppur Germondo
Di Rosmonda nel core e vive e regna). (da sè
Cratero. Signor, costoro arditi... (scoprendo Germondo
Germondo. Intesi assai.
Rosmonda. (Stelle che mai sarà?)
Germondo. Quelle catene
Sciolgansi ad Alerico; e tu, Cratero,
Parti, e partano teco i tuoi soldati.
Cratero. Pensa, signor...
Germondo. Non più; tosto eseguisci.
(Cratero fa sciogliere Alerico e parte con soldati
SCENA V.
Germondo, Rosmonda, Alerico.
Rosmonda. (Ah! non comprendo ancora
Se temere o sperar da ciò si debba). (da sè
Germondo. Alerico, m’ascolta, e tu Rosmonda,
Soffrimi e non partire. So che il mio sangue
È l’unico desio de’ vostri cuori,
So che la vita mia spiace ad entrambi;
E Rosmonda crudel, Rosmonda istessa,
Che sa quanto l’adoro, ardisce ingrata
Offrir sua destra all’inumano colpo.
Che crudeltà! D’onde ragione avete
D’imperversar contro di me? Superbo!
Sta pur la vita tua nelle mie mani,
È pur di mia pietà tua vita un dono.
Conquistator io son di questo regno;
Pende dalle mie labbra il tuo destino,
Eppure il tuo destin render felice