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IL GENIO BUONO E IL GENIO CATTIVO 85

Arlecchino. (Gnanca mi seguro). (a Corallina)

Genio Buono. E bene, che risolvete?

Corallina. Signore, tutto va bene. Resteremo qui, non correremo i pericoli di questo mondo, ma circa il danaro...

Arlecchino. Con so bona licenza, lo volemo tegnir per nu.

Genio Buono. Non so che dire. Ho risvegliato la vostra ragione; vi ho illuminato bastantemente. Vi ho veduti disposti a calcolare il prezzo della vostra tranquillità ma, ohimè! se amate l’oro e l’argento, voi conservate il seme del vizio, voi presto o tardi ricaderete nel pelago delle sregolate passioni. (sortono fiamme, sfonda, e sparisce)

SCENA V.

Arlecchino e Corallina.

Arlecchino. Pussibile che l’oro sia una cossa cussì cattiva?

Corallina. Potrebbe esserlo per chi ne facesse cattivo uso. Noi resteremo qui; lo custodiremo, e ne useremo a poco a poco nei nostri bisogni.

Arlecchino. E se qualchedun vien a saver che gh’avemo sti bezzi? e se per portarli via i ne sassina?

Corallina. E noi li nasconderemo, non li spenderemo, e nessuno saprà che li abbiamo.

Arlecchino. Sconderli e no spenderli, tanto fa no averli.

Corallina. È meglio, è vero, che li spendiamo.

Arlecchino. Ma in cossa? Qua in sto paese mi no saveria come spenderli.

Corallina. Se andassimo in qualche luogo, in qualche città qua vicina?

Arlecchino. A Bergamo, per esempio.

Corallina. Oh quanto mi dispiace di non andar a Parigi!

Arlecchino. I anelli ne poderave servir.

Corallina. E i pericoli che abbiamo veduto?

Arlecchino. Che sia vero quel che n’ha dito quel zovenotto?

Corallina. Chi sa? potrebbe anche darsi di no.