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IL GENIO BUONO E IL GENIO CATTIVO 81


di cambiar paese, non avrete che a voltare l’anello, invocare lo spirito che vi è rinchiuso, e diverrete invisibili, e vi troverete in pochi minuti trasportati al luogo desiderato.

Arlecchino. Oh caro! (sì mette l’anello al dito)

Corallina. Andiamo a Parigi, (con allegrezza, mettendosi l’anello)

Arlecchino. Vederemo el mondo.

Genio Cattivo. Profittate de’ doni miei, prevaletevi delle occasioni, abbandonatevi ai piaceri del mondo; questa è la vera felicità. (Felicità che non dura, ma che degenera in tristezza, in desolazione, e strascina gli uomini al precipizio). (Da sè. Sortono delle fiamme. Il Genio Cattivo sfonda, e sparisce)

SCENA III.

Corallina ed Arlecchino.

Arlecchino. Dov’elo andà?

Corallina. È sparito, non si vede più.

Arlecchino. No vorave che anca sti bezzi m’andasse in fumo.

Corallina. Dalli a me che li custodirò.

Arlecchino. Siora no, siora no. Oh cari! oh co belli! me li voggio coccolar1 mi.

Corallina. Cosa farai di quel denaro? In che cosa l’impiegherai?

Arlecchino. Sangue de mi!2 Ti vederà cossa che farò! Comprerò dove che anderemo el bon, el meggio che ghe sarà da magnar. Capponi, galline, colombini, maccaroni, formaggio; tre o quattro cuoghi in cusina, magnar sie o sette volte al zorno. Panza mia, preparate de far festa.

Corallina. Sciocco che sei! tu non pensi che a mangiare. Vedrai come io impiegherò il mio danaro! Abiti sontuosi, gioje stupende, casa magnifica, carrozze, servitori, camerieri, lacchè, festini, conversazioni, passeggi.

Arlecchino. E magnar?

Corallina. Il mangiar è l’ultima cosa.

  1. Accarezzare: vol. II, pp. 351 e 499, vol. XII, p. 507 ecc.
  2. Esclamazione familiare, volgare: v. Boerio. Dicesi anche sangue de Bacco!