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IL GENIO BUONO E IL GENIO CATTIVO 77

Arlecchino. Là. Qualchedun che cusina i oseletti.

Corallina. Eh via. Non è possibile: andiamo.

Arlecchino. Ch’ho paura.

Corallina. Eh, vieni con me. (lo prende per mano)

Arlecchino. Andemo. (Si accostano al boschetto, e quando sono vicini, esce un’altra fiamma, e nel medesimo tempo il boschetto si dilata e di là esce il Genio Cattivo. Arlecchino vuol fuggire.)

SCENA II.

Il Genio Cattivo vestito di nero, con barba
ed una bacchetta in mano, e detti
.

Genio Cattivo. Fermate, figliuoli, e non paventate. Io sono il Genio dominatore di queste selve. Son vostro amico. Voglio farvi del bene, e vengo a procurarvi la vostra felicità.

Arlecchino. Chi èlo sto sior? Mi no lo conosso! (a Corallina)

Corallina. Signore, chiunque voi siate, vi ringraziamo della vostra bontà. Noi non abbiamo bisogno di niente, non ci manca niente, e siamo bastantemente felici.

Genio Cattivo. (Ah sì, lo so pur troppo. Invidio lo stato loro, e non posso soffrire che vi sieno felici sopra la terra)). (da sè)

Arlecchino. (El dise che el ne vol far del ben). (a Corallina)

Corallina. (Non ne abbiamo bisogno, non l’ascoltiamo). (ad Arlecchino)

Genio Cattivo. Poveri sfortunati! La vostra felicità è fondata sulla vostra ignoranza. Se conosceste il mondo, se conosceste i beni e i piaceri di questa vita, comprendereste la vostra miseria, piangereste il vostro destino.

Arlecchino. Sentistu, Corallina? (mostrando qualche curiosità)

Corallina. Andiamo, andiamo, non l’ascoltiamo di vantaggio.

Arlecchino. Caro sior barbon, cossa ghe pol esser a sto mondo de più delizioso de sta campagna, e de più comodo della nostra capanna, de più dolce de do persone che se vol ben?