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40 ATTO SECONDO

Camilla. Questa sera? (afflitta)

Arlecchino. Siora sì, el patron l’ha dito; e col dise una cossa, el la fa siguro.

Camilla. Ma perchè mai questa partenza così improvvisa? così precipitata? (afflitta)

Arlecchino. Ghe despiase che andemo via? (consolandosi un poco)

Camilla. Me ne dispiace infinitamente. (come sopra)

Arlecchino. E perchè ghe despiase? (consolandosi un poco)

Camilla. Le dirò... I miei padroni vedevano tanto volentieri il signor Roberto... È tanto un signore proprio e compito.

Arlecchino. (No gh’è pericolo che ghe despiasa per mi). (da sè)

Camilla. (Vo’ vedere, se dice niente del ritratto che non ha più trovato sul tavolino). (da sè)

Arlecchino. (Che diria qualcossa; ma ho paura che la se burla de mi). (da sè)

Camilla. Si vede per altro che il signor Roberto ha della stima per la mia padrona; poichè partendo ha promesso di lasciarle il di lui ritratto.

Arlecchino. El gh’ho anca mi el mio ritratto, (con bocca ridente)

Camilla. Anch’ella ha il suo ritratto? (mostrando maravigliarsi)

Arlecchino. Siora sì. (come sopra)

Camilla. E dove lo ha il suo ritratto? (sorridendo)

Arlecchino. L’ho qua. (accennando la saccoccia sorridendo)

Camilla. Oh! non sarà poi vero. (scherzando)

Arlecchino. L’è cussì, da galantomo. (seriamente)

Camilla. L’ha in saccoccia? (con premura e maraviglia)

Arlecchino. Siora sì. (con serietà) Vorriala1 vederlo?

Camilla. Lo vedrei con piacere. (Mi pare impossibile). (da sè)

Arlecchino. Eccolo qua, la se serva. (tira fuori il ritratto e glielo dà. Volgendosi in altra parte per vergogna.)

Camilla. X(prende il ritratto, lo apre un poco e lo chiude subito) È verissimo. (Come mai è ricapitato nelle sue mani?) (da sè) Bravo! me ne consolo, tenga il suo ritratto. (lo vuol rendere)

  1. Così nell’ed. Zatta, invece di voravela, Nell’ed. Pasquali e nella Bolognese è stampato per errore: vorrebbe.