Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
450 |
"simili tesori dagli erari vastissimi del Goldoniano repertorio" e nominava in primo luogo l'Avaro fastoso (pag. 42). Enrico Montazio, in un suo Sermone ai goldonianissimi Filodrammatici Concordi di Firenze, avrebbe voluto che recitassero, più che le commedie correnti, quelle lasciate in una vergognosa e immeritata inazione dai comici, come l’Avaro fastoso..." (La Rivista, Firenze, 28 marzo 1846). E proprio a Firenze, stando alla Maschera (3 febbraio 1897,) questo si doveva recitare del bicentenario, ma forse vi è confusione col Geloso avaro, commedia d’ambiente fiorentino, di cui Jarro avea chiesto ripetutamente la ripresa. Anche Ferruccio Benini pel novembre di quell’anno promise l'"esecuzione" del Fastoso (la Maschera 15 giugno 1907)... Nelle Terminazioni d’un’operosa Accademia letterario-drammatica Veneta, sorta nel 1775 a Venezia, è spesso parola dell’Avaro fastoso che tra il 1776 e il ’78 dovette essere uno dei lavori più cari a quei dilettanti. E certo per questi dilettanti Andrea Querini, che fu pure nel loro consiglio, l’avea chiesta al Goldoni (vedi sopra). (Cod. Cicogna 2999 del Museo Correr. Comunicazioni di Giuseppe Ortolani).
E. M.
La stampa dell'Avare fastueux fu compiuta sulla trascrizione diligentissima del manoscritto della commedia, giacente presso l’archivio della Comédie Française a Parigi, fatta dalla signora L. Blake Buequet, per invito del prof. Edgardo Maddalena, e collazionata dallo stesso archivista signor Couet. Il manoscritto non appare di mano dell’autore; ma del Goldoni sono certo le correzioni ed aggiunte in inchiostro rosso, da noi di volta in volta indicate. La nostra stampa è del tutto fedele al manoscritto: ogni correzione grafica abbiamo segnato in nota: solo abbiamo aggiunto, per facilità di lettura, moltissimi accenti trascurati dall’autore e qualche lineetta d’unione, poiché il Goldoni ora ne fa uso e ora se ne dimentica. — L'Avaro fastoso che abbiamo stampato in Appendice, cioè la traduzione dell’Avare fastueux compiuta dall’autore, uscì la prima volta a Venezia, l’anno 1789, nel t. IX dell’edizione Zatta; e fu ristampato a Lucca (Bonsignori, t. IX, 1790), a Bologna (a S. Tommaso d’Aquino, ’91), a Livorno (Masi, t. XXVI, ’92) e ancora a Venezia (Garbo, t. IX, '96: sul frontespizio di questa commedia si legge impresso: "in Torino, 1796, appresso Franc. Prato"). Si trova poi nelle principali raccolte di commedie goldoniane del secolo decimonono. Noi abbiamo seguito fedelmente il testo dell’ed. Zatta, tenendo pur conto delle ristampe.