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ho gettato invano tutte le beneficenze di cui l'ho colmato. Egli è un mentitore di professione. L’ho scoperto. Gli ho dato il suo congedo, ed ei, per vendicarsi, sparla di me, ardisce di screditarmi, (va per partire collo stesso lume con cui è venuto).

Fiorillo. Signore, vi domando perdono: non vi è lume ancora nell’appartamento. Se volesse permettere.... (prendendo un altro candeliere che trova sopra una tavola.)

Conte. Volentieri. Non so perchè i lumi ch’erano accesi, sieno ora estinti, (dando il candeliere a Fiorillo, perchè accenda l'altra candela)

Fiorillo. Perchè Frontino è un giovine attento, e sa quel che convien al buon ordine della casa, (rende il candeliere al Conte,) e tiene il suo in mano.

Conte. (A parte) (Frontino è un indegno. Dovrei cacciarlo al diavolo: ma dove trovarne un altro a sì buon mercato?) (parte ed entra nel suo gabinetto

SCENA VIII1.

Fiorillo, poi il Marchese.

Fiorillo. E bene qualche volta essere ardito. Come avrei fatto senza lume a ritrovar l’uscita?

Marchese. (Da sè) Son curioso di sapere... (a Fiorillo) Non m’hai tu detto?... Digli che discenda!

Fiorillo. Chi, signore?

Marchese. Mio figlio.

Fiorillo. Vado subito, (a parte) (Qualche volta faccio fatica anch’io a capirlo). (al Marchese) Aspettate, signore, se non volete restarvi all’oscuro. (accende un altro lume

Marchese. Anche questo. Io amo... bene, bene, benissimo, veder chiaro. (allumando un terzo candeliere

Fiorillo. Qualcheduno potrebbe venir a spegnerlo. (sorridendo

  1. Corrisponde alla scena 9, ma tutta diversa.