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SCENA VI1.
Il Conte, poi Frontino.
Conte. Coraggio. Il marchese è incantato. La figlia è guadagnata: il mio affare va bene. Ma non conviene perder di vista (chiama) Frontino? Non vorrei che colassù s’impossessassero delle gioje. Frontino, dico, Frontino.
Frontino. Signore, io era occupato a disegnare il desert.
Conte. Va immediatamente da mia sorella, dille ch’io la prego discendere: che ho qualche cosa d’interessante a comunicarle, e le dirai nel medesimo tempo, ma piano, che nessuno ti senta, che la prego di portar seco le gioje che le ho consegnate.
Frontino. Ma, signore... la cena.... conviene ch’io faccia tutto, ch’io sia per tutto.
Conte. E come va la cucina? Come vanno i preparativi?
Frontino. Benissimo; ma ci siamo scordati due articoli essenzialissimi.
Conte. E sono?
Frontino. Il caffè ed i liquori.
Conte. I liquori infiammano il sangue.
Frontino. Ma il caffè?
Conte. Sciocco! il caffè la sera? Non sai che impedisce di dormire?
Frontino. Ah! signore. Far mancare il caffè! per si poca spesa far perdere la riputazione al vostro mastro di casa!
Conte. Signor mastro di casa, andate a fare la commissione che vi ho ordinata.
Frontino. (Da, sé partendo) Far mancare il caffè! lo pagherei piuttosto dalla mia saccoccia. Ma no, sarebbe capace di dire che ho rubato sulle altre spese. (parte
- ↑ Scena 7 nell’originale, ma diversa.